Felice di aver ritrovato un post ricco di commenti e spinto dal fatto che è passato già un mese ma le previsioni finanziarie prospettate all’inizio dell’avventura lavorativa non si sono ancora manifestate (lo sapevamo fin dall’inizio che in queste occasioni si fanno sempre delle previsioni ottimistiche, riguardanti i futuri guadagni, che puntualmente vengono sfatate!;-) mi accingo a scrivere altri succulenti racconti provenienti dal “fiume Margaret”!
Allora cosa è successo in queste ultime settimane..
Beh la vita qui non è che sia ricca di avventure visto che le giornate (a parte qualche episodio che vi racconterò a breve) passano per lo più tutte uguali. Meno male che il paesaggio qui è davvero gratificante!!
Nota positiva riguarda Marshall (ricordate no? Il tenore “anale”:-) che se né andato un giorno senza motivo e senza dire nulla, per la gioia del mio sonno che ne ha guadagnato in relax. Oltretutto il posto lasciato in camera è stato occupato da Andy, quindi i 4 “della cesoia selvaggia” oltre a lavorare insieme, adesso stanno anche nella stessa stanza!
Dal punto di vista lavorativo posso dire che il mio ritmo è aumentato e adesso episodi come quello in cui ho sbagliato a “rappare” (termine inglese, italianizzato per indicare il legare al filo metallico il ramo della vigna) non sono più accaduti. E meno male se no era meglio che andavo a raccogliere sassi!:-D
Da citare le chiacchierate durante il lavoro con il nostro supervisor John
riguardo sia ad episodi lavorativi, visto che non ci sono giorni in cui non si lamenta dell’organizzazione per cui lavora (si lamenta perché lui vorrebbe stare tranquillo tutto il giorno a scolarsi quel paio di birre che si porta appresso) o discussioni su argomenti tra i più svariati. Parlare con John può risultare di difficile comprensione almeno all’inizio a causa del suo fortissimo accento australiano, ma quando riesci a capire la logica della sequenza di “fuck” che inserisce nei suoi periodi (ci saranno almeno una decina di fuck ogni 5 parole!) allora la comprensione risulta essere più chiara! Infatti a me ha preso in simpatia perché, dandogli corda sulle sue lamentele, gli ho “ampliato” il suo vocabolario con il termine fucking bullshit! (non c’è bisogno che traduca.;-)
Poi John risulta essere un grande, oltre che come persona, perché visto che ormai il lavoro sta volgendo al termine, hanno dovuto scegliere 7 persone (per lo più 2 di queste 7 sono John stesso che adesso non fa più il supervisor ma lavora come noi e il nuovo supervisor che è l’indiano di cui ho parlato nel post precedente) tra quelle che stanno lavorando e sotto suggerimento dello stesso John, io e Luca siamo stati 2 dei 7 “nominati” a continuare la nostra avventura non nella “casa” o “sull’isola” ma nella vigna…A mio modesto parere molto più gratificante come cosa!;-)
Quindi di sicuro avremo da lavorare per le prossime 2 settimane il che non dispiace sia da un punto di vista monetario che come tempistica per il nostro viaggio.
Per quanto riguarda la vita in ostello oltre l’epidemia (un virus intestinale) che, uno dopo l’altro, ha colpito tutti gli occupanti dell’ostello (io sono stato uno dei primi ad essere colpito, ma a differenza degli altri che sono stati male per più giorni e uno addirittura è finito anche all’ospedale, stavo già meglio il giorno dopo) causando una forte diarrea (non scendo in particolari macabri. Per quello leggete il post di Vito “Tempi di Merda” dove da una descrizione approfondita del tutto!:-D),
qui mi avevano dato del nonno visto la mia tenuta ma quando il giorno dopo erano gli altri ad essere malati, io ho lasciato l’ospizio in favore di quest’altri!:
al ritorno dal lavoro dedichiamo il tempo o a scroccare internet da un bar qui vicino attraverso una rete wireless per cercare di essere aggiornati (anche se ultimamente abbiamo scoperto come “prendere in prestito” internet nello stesso ostello senza pagare!), vedere la tv (per lo più le partite della serieA o quelle della premier league) o a chiacchierare tra di noi e in compagnia (a volte) degli ospiti che si fermano in ostello per qualche giorno.
Da citare le 2 sorelle tedesche Svenja e Britta (molte simpatiche per essere delle tedesche!;-)
L'altra ragazza delle foto è Cielo (si pronuncia Sielo) ragazza colombiana anche lei qui per lavoro...
che erano in vacanza per la seconda volta in Australia con cui abbiamo passato un bel fine settimana e ci siamo ripromessi di incontrarci a Melbourne, se le tempistiche dei nostri viaggi corrispondono,
o la coppia australiana simpaticissima che è stata qui per un paio di giorni.
Riguardo a quest’ultimi ricordo la serata quando ho preparato un risotto alla pescatora (solo gamberetti e cozze perché le vongole non le avevano!;-) e la signora (di origini inglesi ma australiana a tutti gli effetti visto che aveva sposato un Australiano che, oltre ad essere anche lui molto simpatico, sembrava fosse uscito da una commedia inglese in stile Benny Hill!) è rimasta lì tutta quanta esterrefatta per quale piatto “complicato” stavo dedicando il mio tempo.
Infatti non mi ha smollato un secondo perché voleva sapere ogni minimo dettaglio su come si preparasse il risotto: addirittura l’ho trovata a mandecare il risotto per me!:-D
Ovviamente il mio ego, gasato dalla cosa, mi ha spinto a dedicare qualche attenzione anche alla presentazione del piatto sfruttando le nozioni su come “elevare” un piatto che i mesi nel ristorante di Sydney mi hanno portato ad acquisire!!!:-D
Da ricordare anche tra le altre cose fatte, la partita a calcio 3 contro 3 giocata tra gli inglesi dell’ostello (Andy, Chris e uno che non mi ricordo mai il nome!:-D) e la squadra mista formata dal sottoscritto, Vito e Wilhem.
Inutile dirvi che la formazione Italo/Crucca ha battuto NETTAMENTE gli inglesi con un sonoro
Però la soddisfazione più grossa è stata quando ho detto ad Andy che “anche se voi inglesi avete inventato il calcio e migliaia di altri sport come l’inutile cricket, alla fine perdete sempre!”.
Il sassolino dalla scarpa me lo sono torto perché simpaticamente Andy se la menava adducendo “bizzarre” teorie sul come il calcio inglese fosse superiore a quello italiano.
Tuttavia visto che non riesco a stare lontano dai guai o forse, mettiamola così, preferisco andarli a cercare perché odio la vita “monotona”, in queste settimane tra le cose accadute, merita un posto d’onore la mia “avventura” avuta con i poliziotti della locale stazione di polizia.
Solitamente il bus che trasporta gli altri backpackers al lavoro è guidato da Marshall (ovviamente prima che lasciasse). Quella mattina la sfortuna ha voluto che Marshall fosse colpito anch’egli dall’epidemia e poiché sono l’unico ad avere più di 25 anni, sono il solo a poterlo guidare visto che trasporta tra le 8 e le 12 persone. O almeno credo!:-S. Durante il tragitto del mio PRIMO giorno d’autista di bus, ovviamente la polizia mi ha fermato per eccesso di velocità in un punto in cui il limite era di 50 mentre io andavo tra i 60 e i 65.
Vi chiederete cosa ci sia divertente nel prendere una multa?
Beh innanzitutto che sono stato capace di prenderla anche in Australia (dopo le mie numerose multe italiane!).
Poi il punto cruciale sta nel fatto che quando il poliziotto mi ha chiesto la patente, quest’ultima era comodamente risposta nel mio zaino in ostello!:-|
Di fronte a questo “piccolo” inconveniente, l’unica cosa che mi è passata per la mente di dire al poliziotto è stata: “i’m sorry but i don’t have my driver’s license here!”:-D
Il poliziotto è rimasto a guardarmi per qualche secondo con un viso tra lo sconvolto e il perplesso (di sicuro stava pensando una cosa del tipo “non ci credo che questo idiota straniero guidi in Australia senza aver appresso neanche la patente normale e non quella internazionale!!!”;-).
In quell’istante, involontariamente, è intervenuto il mio amico belga Damien che era di fianco a me chiedendomi se stessi facendo riferimento a quella internazionale.
Presa la palla al volo, mi sono girato dal poliziotto dicendogli che stavo facendo riferimento a quella internazionale.;-)
Il poliziotto allora lì per lì ha cambiato espressione come se si fosse tranquillizzato!
Però il problema rimaneva.
Dopo aver girato nel mio portafoglio e aver per un attimo pensato di dargli la carta di credito (però è senza foto!) e la tessera della biblioteca di Parma che ha una foto (me la sono portata appresso per avere gli sconti da studente nei musei e cose simili, non certo come sostituto della patente!;-), ho ripiegato su una più affidabile carta d’identità).
I 2 poliziotti ritornano in macchina per fare i dovuti controlli su quella “atipica” patente mentre io me la ridevo (credo che fosse più una risata per non piangere!) con Damien nel raccontargli che quella non era una “driver’s license” ma un “personal ID”. Damien prima mi guarda sconvolto, poi si è fatto una risata aggiungendo un “you are a Crazy Italian!!!”. Non credo avesse tutti i torti…
I minuti passavano e il mio riso si era trasformato in perplessità pensando che i poliziotti non l’avessero bevuta: grazie al c***o…E’ una carta d’identità!
Poi ritornano e dopo aver chiesto se quello in foto fossi io (no era mia nonna!!!), la conferma che Alessandro fosse il mio nome e l’altro il mio cognome e la scadenza del documento, mi ha consegnato la multa aggiungendo che mi aveva fatto uno sconto perché per quell’infrazione il costo si aggirava sui 200$!
Da notare il numero del personal ID al posto del numero della patente!;-)
Accettato una multa di soli 75$, non mi è rimasto altro che salutare i 2 poliziotti con un buona giornata ricambiato da un “faccia attenzione ai limiti la prossima volta”e tutto quanto accompagnato da un sorriso a 32 denti e una cordialità più unica che rara!
Gli australiani sono fantastici!!!:-)
Tirando un po’ le somme su questa prima parte dell’avventura in farm (anche se volgerà a termine a breve, o almeno spero!;-) vi posso dire che non mi sono mai pentito di fare questa esperienza.
Anzi se alcune volte ti sorgono dei dubbi sul fatto che ti trovi in Australia a perdere del tempo invece di stare dietro ad una scrivania cercando di dare un senso a quegli anni spesi dietro a dei libri di cui se ti ricordi il 5% è già una grande cosa, questa esperienza mi ha ancora di più consolidato le mie ragioni nello stare a 16000km di distanza dall’Italia.
Esperienze di questo tipo ti fanno capire, scoprire e conoscere tante di quelle cose che non ti rendi conto quando si fa la “solita” vita che la maggior parte di noi ha. E con questo non voglio di certo criticare questo stile di vita, anche perché lo riprenderò molto presto, però aver avuto, ma voglio essere un po’ più arrogante, aver cercato di avere e di vivere questa esperienza, mi rende orgoglioso come se avessi ricevuto un’altra laurea.
Di sicuro mi ritengo molto fortunato se ho avuto l’opportunità di vivere questa avventura perché c’è gente che vorrebbe fare una cosa simile ma non ha, per diverse ragioni, la possibilità di farlo.
Scrivo questo pensiero perché oltre al fatto di far capire alla gente cosa provo a vivere questa esperienza, spero di poter convincere chi vorrebbe fare una cosa simile ma sono frenati da quei dubbi, perplessità e paure che tutti quanti (io in primis) hanno prima di convincersi a tuffarsi in un’esperienza del genere.
Spero di non essere stato troppo mieloso come è solito fare Vito nei suoi post (a proposito: preparatevi al suo prossimo post perchè sarà “molto” pesante. E non faccio riferimento alle foto caricate su di esso!!!:-) ma ogni tanto un po’ di argomenti seri nella marea di cazzate che scrivo, fa si che il mio blog risulti essere credibile!
Ps Voglio farmi e farvi un regalo in onore sia del titolo del mio post (non scelto a caso), sia per farvi ascoltare una delle mie canzoni preferite (e la ritengo una tra le più belle della musica italiana) e che mi capita di ascoltare, mentre poto, in questi strani giorni di settembre. Strani perché le giornate dal punto vista meteorologiche sono alquanto instabili: prima c’è il sole dopo, 5 minuti pioggia in stile secchiate d’acqua che dalle nuvole sembra non finire mai e poi altri 30 secondi dopo di nuovo il sole. Ah dimenticavo: il tutto contornato da un vento che ti “aiuta” a camminare. Non so se rendo l’idea!
Stay tuned mates!